About me
Roberta De MinAmo scrivere storie e mi riesce molto meglio farlo utilizzando una macchina fotografica.
Luci, contrasti, colori, profondità... sono le lettere del mio alfabeto, con cui narro storie d'amore e di viaggi, di imprese aziendali, grandi occasioni e piccoli momenti, osservati e fotografati sempre in bianco e nero, a cui poi aggiungo gli altri colori. Quand'ero bambina, mi affascinavano le immagini e i ritratti in bianco e nero, li ritagliavo e collezionavo con cura. Poi, alle scuole superiori, un professore ci regalò un mini-corso di fotografia. Mi si aprì un mondo, da quel giorno non ho più smesso di fotografare. Terminati gli studi, a Torino, il mio animo nomade ha bussato, ho aperto la porta e ho iniziato a viaggiare, nuovi orizzonti, luoghi, persone, panorami, culture, cibi, rumori, odori, sempre con la mia macchina fotografica al seguito. Appunti e prime storie. Ho iniziato a lavorare nel giornalismo, perfezionando la tecnica del fotoreportage. Poi ho iniziato a collaborare con aziende e brand, tra cui ovviamente il mondo dell'eyewear. (Ho una vera passione per gli occhiali, ne colleziono di tutte le forme e di tutti i colori).
Un giorno, sono stata invitata a un matrimonio e, un po' per gioco, ho scattato alcune fotografie. L'incontro è stato, come si dice in questo casi, fatale. Ho scoperto che nelle storie d'amore potevo unire l'amore per le storie e il fotoreportage. Non ho più smesso. Ore e ore di scatti, prima, durante e dopo, al seguito degli sposi, promessi e novelli.
Lavoro d'istinto, senza pose. Forse in modo inconsapevole. Seguo l'intuito. Mi piace cogliere i momenti improvvisi, epifanici, come li definì lo scrittore James Joyce; mi piace catturare quegli attimi in cui le persone e le cose svelano se stesse. Pratico con costanza lo yoga. Appena posso, fuggo a spasso con il mio cane, Kiwi.
Adoro i film, in bianco e nero, ovviamente. Amo i tatuaggi. Amo sognare. Amo soprattutto la libertà. È lei che mi guida, nel lavoro e nella vita.
La mia casa è in riva a un lago. Il mio studio è il mondo.
(Paolo Ceccato)